La cura dei denti è importante non solo dal punto di vista estetico, ma anche da quello psicologico e sociale. Avere una dentatura sana, composta prevalentemente da denti naturali, significa avere la possibilità di masticare in modo corretto anche cibi “problematici” come ad esempio frutta e verdure crude. In mancanza di denti, è possibile ricorrere alle protesi dentali.
Cos’è l’edentulia?
Una ricerca americana condotta dal National Institute of Dental Research sostiene che almeno 4 anziani su 10 soffrano di edentulia, ovvero la mancanza di denti totale o parziale. Questa condizione può provocare mal di testa, ma anche problemi di cattiva digestione e difficoltà nelle relazioni sociali. Rischi a cui è sottoposto, appunto, oltre il 40% della popolazione con più di 65 anni, ma anche il 4% delle persone tra i 35 e i 64 anni d’età. Per questo, in molti casi la soluzione più indicata per ristabilire l’equilibrio dentale è l’utilizzo di protesi dentali.
Cosa sono le protesi dentali?
Le protesi dentali servono a ripristinare le funzioni orali dei pazienti affetti da edentulia parziale o totale. Come? Sostituendo i denti naturali con denti artificiali.
Quali sono le protesi dentali adatte a chi soffre di edentulia?
Il rimedio più diffuso, adottato da oltre due milioni di italiani, è rappresentato dalla classica dentiera. Non va dimenticato però che questo tipo di protesi può:
- risultare instabile;
- richiedere l’uso di colle per fissarla;
- creare arrossamenti e indolenzimento a livello gengivale;
- essere fonte di disagio psicologico.
Il fattore funzionale del mantenimento della masticazione si unisce quindi a quello estetico e sociale. Rispetto al passato, oggi l’implantologia permette la sostituzione del singolo dente perso in maniera stabile, senza l’utilizzo di protesi mobili o ponti, con l’obiettivo di non danneggiare i denti sani.
Cosa succede se si verifica il riassorbimento osseo?
Può capitare con l’età che l’osso che supporta i denti si riassorba, rendendo difficoltoso il posizionamento dell’impianto. In questi casi è possibile intervenire con un “trapianto” di osso autologo, cioè prelevato in un’altra zona della bocca, in grado di integrarsi e favorire la ricrescita dell’osso mancante.
Inoltre, la ricerca si sta spingendo verso la rigenerazione completa dell’osso mancante a partire da biomateriali, cioè sostanze in grado di riparare la perdita ossea.
La tendenza attuale dell’implantologia è quella di orientare la ricerca verso materiali e procedure che siano personalizzati sul singolo paziente. Si parla di terapie individualizzate e personalizzate che possono prevedere, ad esempio, la realizzazione di impianti in titanio su misura.