Il sorriso è forse il primo gesto con cui entriamo in contatto con le altre persone. Si tratta di un effetto pratico della contrazione di muscoli e gesto primario innato e ha lo scopo principale di comunicare, creare un legame, un contatto istintivo con gli altri. Eppure un sorriso può voler dire milioni di cose … dunque cosa si nasconde veramente dietro di esso?
Storia e studi
Il primo a prendere in esame il sorriso e il suo ruolo comunicativo fu Charles Darwin, teorico dell’evoluzionismo: si rese conto che questo gesto era un atto universale, svincolato dal contesto culturale di provenienza di ciascuna persona, fattore che invece influenza il modo di parlare o altre azioni del linguaggio del corpo.
Alcuni studi recenti, tra cui si annovera uno studio condotto dall’Università di Berkeley in California, dimostrano che esistono diversi tipi di sorriso, classificati in base a quali muscoli vengono coinvolti tra quelli di guance, labbra e viso, e ciascuno di essi esprime significati ed emozioni diversi.
Generi di sorriso
Il sorriso è ciò che ci permette di mostrare al mondo i nostri sentimenti o di mascherare alcune sensazioni. Ecco quali sono i principali generi di sorriso secondo i risultati di queste ricerche:
- Il sorriso compiaciuto: l’equivalente di una pacca sulla spalla per un lavoro ben fatto, è un sorriso di auto soddisfazione, dall’aspetto lievemente asimmetrico, in quanto le labbra, che rimangono socchiuse, vengono tirate leggermente da una parte.
- Il sorriso di incoraggiamento o ascolto: ha un effetto rassicurante, e lo si adotta quando si vuole comunicare al proprio interlocutore «coraggio, hai la mia attenzione!». Non è un sorriso plateale, ma appena accennato, con le labbra socchiuse, ma non esageratamente tirate e lasciate morbide.
- Il sorriso asimmetrico: ironico, sarcastico, ansioso o addirittura incoraggiante: è un sorriso ambiguo, che può valere per diverse emozioni, e che si esprime attraverso labbra tirate all’in su da una lato e in giù dall’altro.
- Il sorriso a bocca chiusa: esprime cordialità, accoglienza, ed è generalmente riservato alle persone con cui ci si sente più a proprio agio e in confidenza. È un sorriso che coinvolge i muscoli dell’intero viso: le labbra si incurvano dolcemente e le guance si sollevano, donando anche agli occhi un aspetto “sorridente”. Tuttavia anche questo può celare diversi significati: in diversi contesti può esser segno di timidezza, paura o anche rabbia repressa mascherata.
- Il sorriso falso:tipicamente sforzato, è un sorriso cosiddetto “di cortesia”. Come riconoscerlo? In questo caso le labbra vengono tirate per mostrare i denti con un gesto del tutto meccanico, non prolungato e piuttosto sbrigativo.
- Ilsorriso genuino o sorriso di Duchenne: prende il nome dal neurologo francese Guillaume Duchenne, che per primo scoprì un particolare genere di distrofia muscolare dell’infanzia, e che analizzò e descrisse il sorriso sincero in quanto breve, simmetrico, frutto della “collaborazione” di labbra, che formano un ampio arco, e occhi.
Il potere del sorriso
Ad oggi, in Italia come in molti altri paesi, gli interventi a fini estetici sul sorriso sono i più ricercati, e questo perché ormai l’immagine di una persona sembra non essere completa senza un sorriso smagliante. Ecco perché il sorriso ha il potere di farci sentire a nostro agio, darci sicurezza; il sorriso può anche farci stare meglio e far sì che le persone con cui ci confrontiamo ci rispondano positivamente. E può non influire soltanto sul nostro essere, ma produrre effetti positivi anche sugli altri.
Perché dopo tutto, pensaci … “non sapremo mai quanto bene può fare un semplice sorriso”.