Per preservare la nostra salute, una delle priorità dello studio dentistico è la messa a punto di precisi protocolli per il controllo dell’igiene e della pulizia dei materiali e degli strumenti odontoiatrici.
Come viene sterilizzato lo studio dentistico?
Grazie alla competenza del personale e all’utilizzo di attrezzature specifiche, lo studio dentistico può infatti assicurarci il rispetto dei massimi livelli di igiene e di tutela della salute.
Negli anni sono state introdotte importanti modifiche nelle normative sulla sicurezza. Tutte le caratteristiche degli studi professionali, persino la disposizione degli ambienti o dei mobili, devono rispettare i criteri di sicurezza.
Come viene ridotto il rischio di proliferazione batterica nello studio dentistico?
Per ridurre il rischio di proliferazione batterica nell’acqua, in particolare, ci sono alcuni accorgimenti da adottare:
- far scorrere l’acqua del riunito per pochi minuti;
- effettuare una disinfezione appropriata;
- monitorare la temperatura dell’acqua;
- disporre di un filtro da 0,22 micron collocato a monte del riunito.
Il dentista, inoltre, deve periodicamente campionare l’acqua in uscita dal riunito ed eventualmente provvedere alla sanificazione del circuito idrico.
Queste misure precauzionali sono utili contro tutti i batteri infettivi come l’escherichia coli, lo pseudomonas, lo stafilococco. Per gli strumenti, invece, viene utilizzata la sterilizzazione a vapore.
Cos’è la sterilizzazione a vapore?
La sterilizzazione a vapore è un processo fisico che porta all’eliminazione di qualsiasi forma di vita microbica (spore e funghi compresi) dagli strumenti utilizzati dall’odontoiatra.
Eliminando completamente batteri e virus, si elimina l’eventualità del fenomeno delle infezioni crociate. Ovvero le infezioni che si possono trasmettere da una persona all’altra tramite i pericolosi microrganismi che si depositano sugli strumenti odontoiatrici.
La sterilizzazione permette l’utilizzo di strumentario perfettamente pulito e asettico. Garantisce la tutela della salute dei pazienti, ma anche che del personale medico.
Quali sono i parametri fondamentali della sterilizzazione?
- temperatura;
- pressione;
- vapore.
Prima di tutto, si elimina l’aria dall’interno della sterilizzatrice, la temperatura viene portata a 121-136°C e a una pressione maggiore rispetto a quella atmosferica, quasi come fosse una pentola a pressione. In questo modo, il vapore che si genera penetra facilmente in tutti gli spazi e gli interstizi degli strumenti, eliminando ogni forma di vita microbica.
Le sterilizzatrici sono tutte uguali?
Esistono diversi tipi di sterilizzatrici, a seconda della tipologia di materiali che possono contenere e di conseguenza sterilizzare. Esistono delle normative europee che individuano tre famiglie di cicli in base al diverso “tipo di carico”.
- Le sterilizzatrici di tipo B sono quelle più idonee a garantire la sicurezza nel settore odontoiatrico. Servono per materiali porosi, come i camici e i teli chirurgici, strumenti solidi e cavi;
- Le sterilizzatrici di tipo N permettono di sterilizzare solo strumenti non imbustati e quindi non permettono di mantenere nel tempo la condizione di sterilità del materiale;
- Le sterilizzatrici di tipo S sono indicate per carichi e strumenti certificati dal produttore e non vengono utilizzate in campo medicale.
Con queste garanzie, si possono dunque considerare sicuri gli studi dentistici. In Italia la sicurezza in materia di salute viene presa molto seriamente da tutti i professionisti del settore odontoiatrico.